Lo stand come manifesto narrativo

Il mondo di MM Company è fatto da brand che noi consideriamo persone: ciascuna con una propria identità concettuale e visuale, un carattere, un modo di comunicare, una casa. Seguendo questo parallelismo, lo stand è per un brand l’equivalente di una vera e propria casa e, in quanto tale, deve rispecchiarne la personalità, l’identità e il posizionamento. E deve essere il luogo ideale nel quale ospitare, in gran spolvero, i propri amici (il target).

Lo stand, quindi, diventa un vero e proprio manifesto narrativo.

Nell’era dell’iperconnessione e della sovraesposizione, ogni occasione per raccontarsi è preziosa. Gli spazi fisici, e in particolare gli stand fieristici, rappresentano per un brand un’opportunità cruciale: quella di esprimere visivamente la propria identità e rafforzare il legame con il proprio target, in uno spazio esperienziale. Lo spazio, quando curato con intenzione, da contenitore si trasforma in contenuto, linguaggio, racconto.

Lo stand è per noi di MM Company un esercizio di narrazione: un manifesto tridimensionale dei valori del brand. Un’occasione per progettare un’esperienza immersiva, nella quale il visitatore viene guidato – inconsciamente – in un percorso coerente e memorabile. Colori, materiali, luci, percorsi, styling: ogni elemento concorre a determinare una precisa atmosfera, stabilita a monte della progettazione.

Per MM Company, la progettazione dello spazio non è mai un esercizio decorativo fine a sé stesso, ma una scelta strategica. Ogni nostro progetto parte infatti da una domanda fondamentale: come vogliamo che si sentano le persone quando entreranno e si guarderanno attorno: in un bozzolo soffice o in una galleria d’arte? E quando dovranno parlare di business: in una sala riunioni o in un bar? Lavoriamo per tradurre il brand dna in uno storytelling visivo coerente, consapevoli che anche il più piccolo dettaglio concorre a generare significato.

Nel nostro lavoro, abbiamo un approccio curatoriale. La curatela dello stand è infatti assimilabile al lavoro di un direttore creativo che orchestra un set cinematografico: ci muoviamo in modo trasversale tra branding, design e marketing, costruendo una narrazione che non si limita allo spazio fisico, ma dialoga con l’intero ecosistema del brand – prima, durante e dopo la fiera. Interagendo anche con la dimensione digitale, per creare dunque una esperienza Phygital.

the race of shapes: il caso daytona

Un esempio emblematico di questo approccio è lo stand che abbiamo curato per Daytona al Salone del Mobile 2025. Il concept che abbiamo ideato, The Race of Shapes, prende ispirazione dal mondo delle corse – da sempre nel DNA del brand – e lo rilegge in chiave concettuale e contemporanea.

Lo spazio è stato pensato come una pista immaginaria, dove ogni forma rappresenta una tappa di un percorso estetico e progettuale. Volumi dinamici, materiali, riflessi e prospettive: tutto contribuisce a restituire la tensione dinamica del movimento, dell’evoluzione, della sfida.

Con The Race of Shapes, lo stand è diventato l’occasione per rafforzare il posizionamento di Daytona come brand di alta gamma, capace di coniugare heritage, visione e performance. Una narrazione visiva che ha saputo coinvolgere i visitatori e amplificarsi nei canali digitali, portando l’esperienza ben oltre i confini fisici della fiera.